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Rapporto tra Cristo e le donne

(visione essoterica ed esoterica)

«Al di là di quelle sane esegesi che riportano il senso e il significato della prima discesa del Messia e della Sua funzione escatologica, cioè da una parte la Sua funzione di ri-vivificatore, e dall’altra la Sua funzione di riformatore della Tradizione Giudaica, non è affatto inconsueto il fatto di imbattersi in "certe interpretazioni di ordine secondario" che a mio modesto parere meriterebbero di essere ripensate e rivalutate in rapporto alla Tradizione stessa.

Faccio riferimento in questo caso a una determinata interpretazione di prevalenza Cristiana Cattolica Romana, e in particolare di talune autorità che costituiscono la corrente Mariana, che tendono a mio modi di vedere in  maniera del tutto forzata, all'idea:"dell'elevazione della posizione della donna rispetto a quella dell’uomo posta in essere dal Signore Gesù Cristo stesso", collassando in tal senso sentimentale, in una profonda scorrettezza simbolica.

Quindi, come spesso succede nella stragrande maggioranza delle volte, quelle Verità essenziali, troppo spesso prese alla lettera e modellate sulla base di determinate necessità sentimentali sociali del luogo e del periodo, subiscono una separazione dalla loro origine essenziale, per finire del tutto soggette, in tal modo ad essere storpiate e distorte, potendo offrire della loro integralità Tradizionale, solo quel che di tali verità universali è niente di più che il loro rivestimento esteriore, che tradotto in altri termini, non sono altro che le loro vestigia sentimentali e morali.

 

Certo è, che il significato dei gesti e dei fatti compiuti da qualunque soggetto fondatore di una qualsiasi Tradizione effettiva, abbiano in se quell'assoluta rilevanza rispetto alla funzione che quest'ultimo è tenuto a svolgere nei confronti della Tradizione stessa, quantomeno per ciò che riguarda le varie modificazioni e adattamenti di quest’ultima in rapporto a tempo, luogo e circostanza, e di conseguenza per quel che riguarda le relative linee guida da quest'ultimo trasmesse e riservate alla collettività.

 

Tuttavia, occorre tener ben presente, che in questi tempi oscuri la corrente distruttiva è di gran lunga più impetuosa che non quella della valorizzazione delle cose, e non risparmia di certo le autentiche Tradizioni Spirituali, che rappresentano per le influenze negative niente di meno che: "i centri nevralgici e gli obbiettivi più importanti da colpire e distruggere".

Tutti coloro che ne hanno le capacità intellettive, svolgono all’interno di ognuna di queste sfere di realtà, la loro funzione di resistenza rigenerante e rivivificante, a sostegno della Tradizione Spirituale stessa.

 

Ebbene, si sente parlare come dicevamo all'inizio, di come l'intervento del Messia abbia apportato delle modifiche strutturali nella Tradizione Giudaica, fondando una nuova corrente Tradizionale, appunto riformata.

A tal proposito citiamo ora, la tanto osannata "riforma del Messia nei confronti delle Donne", rispetto q quella che era invece la loro sottomissione all'uomo come era in uso fin dai tempi immemorabili.

Tale riforma, considerata da una certa prospettiva sarebbe certamente di tutto rispetto e valore, ma nonostante questo sarebbe eticamente indiscutibile, tuttavia dalla prospettiva di veduta esoterica questo risultato non sarebbe altro che parziale, provvisorio, e financo forviante, poiché impedirebbe, e financo porterebbe lontano dal realizzare il senso più profondo dello stesso fenomeno. 

 

La realizzazione essenziale del fenomeno, è indispensabile e necessaria per restituire il senso integrale a quello parziale, laddove vi siano i presupposti necessari, e non vi siano stati tali riduzionismi e deviazioni di senso che allora si incorrerebbe, nell'improbabilità di recupero in forza della sua assoluta ed errata considerazione.

 

La prospettiva di veduta esoterica, è per sua natura non assimilabile e comprensibile se non da coloro che possiedono i requisiti d'intelletto sufficienti. Senza questo essenziale approfondimento, la sola parte più immediata o più alla portata di tutti, sarebbe controproducente a se stessa, perché non potrebbe contribuire che alla degenerazione della stessa Tradizione, che per tutta una serie di profondi motivi è la via di realizzazione Spirituale per tutti gli esseri.

 

Ebbene, tale questione per ciò che concerne l'oggetto in questione e quindi "il rapporto che vi è stato tra il Messia e le donne", una volta che è approfondito ed è stato riportato alla sua totale integralità, non esclude in nessun modo ogni valore secondario, ricavato da un approccio più sensibile e immediato di quest’ultimo con tutto ciò che da questo di positivo si possa trarre.

 

Reintegrare una visione superficiale, sottoponendola al dominio di una visione più essenziale e quindi simbolica, riporta l’intero significato nella sua reale omogeneità.

 

Riunendo la prima con la seconda, o la visione sentimentale con quella intellettuale, o quella sottile con quella grossolana, sarebbe di certo la garanzia di una protezione rispetto a quella euforica strumentalizzazione dei fatti stessi, che finirebbe senza ombra di dubbio per danneggiare gravemente la linea guida della Tradizione stessa.

 

Secondo tale vulgata comune: "se da una parte Il Messia portò pari dignità e uguaglianza sia all'uomo che alla donna, dall'altra quello non era se non un risultato contenuto all'interno di un'altra funzione che egli svolse. Ecco quindi, come da qui in poi, la comprensione di questo principio possa risultare assai difficoltosa e il passaggio sempre più stretto. Procedendo, la questione dalla prospettiva esoterica, la funzione Cristica, era quella, come del resto per trasposizione analogica con le altre Tradizioni, quella di: "sciogliere ciò che era annodato".

 

L'importanza dell'intervento del Messia, nella funzione di "Luce Cristica", o "Cristo Cosmico", fu quella di dissolvere ciò che si era cristallizzato, ovvero le regole della Tradizione Giudaica. Il senso di dissoluzione, inteso in termini Al-chemici, non va assolutamente inteso come distruggere una qualunque cosa per creare un qualcosa di diverso, al contrario deve essere inteso come “risvegliare ciò che dorme”, o “smuovere ciò che è fermo”, o ancora; "creare un caos per riportare l'ordine".

 

Secondo questa mia idea, Egli è disceso per "rinfrescare" e per "smuovere" la terra affinché le piante si rivitalizzassero, e con questa funzione, Egli non negò e tanto meno intese modificare assolutamente niente della Tradizione Giudaica, sennonché, casomai apportò un qualcosa di nuovo allo scopo di aggiornarla ai nuovi tempi, e quindi per ri-vivificarLa. Così, come nelle cantine il vino contenuto nelle bottiglie d'annata viene puntualmente ogni anno stappato e in tal modo lasciato respirare e richiuso nuovamente, similmente Egli svolse la medesima funzione.

 

Le Regole Tradizionali quando una Tradizione è autentica, sono di ordine sovra-individuale, sovrumano e a-temporale, quindi indefettibili di per sé. Tuttavia, la “Religuo”, tende a causa della passività insita negli uomini che la compongono, (incapaci di rivivificarla con una sottile Attività di ordine esoterico) a degenerare, cosi come la muffa che si forma in modo progressivo e naturale, ed è per questo, e solo questa la funzione e lo scopo della venuta del Messia.

 

Potrei accennare inoltre, per contemplare un'altro simbolo sacro: su "come lo Spirito intenda trionfare sulla materia", o più precisamente: “l’essenza sulla sostanza”, e quindi di: "come il Cristo ha trionfato sulla Lussuria rappresentata dalla Maddalena", poi ridotta a “prostituta” dalla narrativa più spicciola nel senso rudimentale del termine.

 

In questo caso, per la Legge Metafisica della remunerazione delle azioni:"lo Spirito trionfa sulla materia tornando regolarmente ad essere l'Autorità", attraverso la rappresentazione simbolica del: “Cristo che magnetizza a sé le Donne”, per riordinare le simbologie mascoline e femminee, quindi per ristabilire la conformità Cosmica, e operando quindi soprattutto - sull'egocentrismo maschile, rieducando gli uomini al principio indicante che: “la potenza dello Spirito supera quella della vanagloria”. In sintesi: “Egli venne a prima vista per innalzare le donne, ma più profondamente lo fece allo scopo di educare gli uomini" affinché riprendessero la loro funzione Tradizionale, nei confronti di Dio e della Sua parola, nei confronti delle donne, e infine della creazione. Inoltre, solo per il periodo della sua esistenza Egli diede il medesimo valore sia all'uomo che alla donna, quindi per il periodo della sua manifestazione in quanto Principio Supremo stesso, per poi permettere dopo il Suo sacrificio e dopo essere tornato al Padre, e dopo aver rinnovato, riconfermato e riavviato la Tradizione Spirituale, che ogni essere rinnovato nello spirito si occupasse dei suoi doveri Spirituali e sociali, a seconda del suo determinato valore dalla prospettiva della manifestazione (Giustizia Divina), e dall'equivalente valore di tutti gli esseri dalla prospettiva del Principio (misericordia Divina).

 

Ebbene: "Il ruolo del Cristo non è stato tanto quello di esaltare la figura della donna ponendola al pari all’uomo (così come vogliano fare intendere i religiosi moderni mossi in gran parte da un certo spirito proselitistico), ma quello di rieducare gli uomini in balia della loro corruzione, al sacrificio Divino.

 

Quindi il valore della donna dopo queste considerazioni, dovrebbe rientrare dentro il valore Tradizionale, senza essere gonfiato da visioni moralistiche e strumentali da parte di chicchessia, dato che il valore dell'uomo e della donna, è equivalente sul piano dell'anima, ma sul piano della manifestazione il loro rispettivo valore è consegnato e trasmesso dalla Scienza Sacra dalle Tradizioni, da una parte per regolare la società, e dall’altra per mantenere aperta la possibilità di realizzazione Spirituale degli esseri.

 

Tale valore non è possibile misurarlo se non attraverso quel sottile intuito che è presente solamente in coloro che sono Autorità Spirituali autentiche.

Lo stesso atteggiamento sentimental-moralista vale anche per altre Tradizioni.

 

In conclusione, vorrei argomentare brevemente ponendo le mie riserve sulla tesi promossa a piene mani, che vede "le donne più incline alla spiritualità rispetto agli uomini", questione che non è così semplice come viene narrata comunemente a motivo di "quell'euforia intellettuale" di certi esperti in materia teologica, e dunque prendere una posizione netta a favore di questa idea è un errore che senz'altro produce dei risultati a scapito sempre della Tradizione stessa.

 

Ebbene, se ciò che viene affermato è vero per certi versi, è altrettanto vero non esagerare dall'altro, poiché, in estrema sintesi: se la donna per natura dispone di una struttura psichica adatta sul piano materiale a certe cose, e delle determinate caratteristiche per ciò che riguarda il suo rapporto con il Divino, è altrettanto vero che seppur con caratteristiche diverse la struttura psichica dell'Uomo è senz'altro diversa natura ma certamente non meno importanti, anzi, tutte da riscoprire, in rapporto al Divino(1)».

 

(1) A tal proposito, ho trattato approfonditamente questa scienza psicologica e simbolica dell'uomo e della donna nei confronti del Divino, nel mio ultimo libro" La mansarda e la cavalleria").