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Il duplice senso della vita

 

Questa, società ha raggiunto attualmente "la fase crepuscolare e femminea" per non dire finale tra tutte le fasi del suo stesso ciclo di esistenza. A sua volta come se non bastasse, tale ciclo di esistenza nella sua fase finale non è altro che un ciclo inferiore di esistenza del Grande ciclo cosmico, anch’esso a un punto molto avanzato della sua fase femminea e crepuscolare.

 

Tale condizione, equivale alla completa sovversione dei princìpi sociali rispetto ai princìpi cosmici.

 

 

 

Sviluppo ontologico sociale

 

Ogni società nasce nella luce e nell’intelligenza e si conclude dell’oscurità e nell’ignoranza.

Siamo passati dalla fase iniziale di questa società, nata nella luce e nell’intelligenza per poi morire nella profonda ignoranza. Ignoranza che spesso è travestita da intelligenza, ed è talmente caricaturale la cosa che è estremamente difficile separare per usare una formula evangelica: “il grano dalla zizzania”.

 

Proprio per questo, vorrei dapprima rinnovare il mio sentimento di amarezza dovuto alle circostanze attuali, ma soprattutto vorrei contribuire apportando alcune profonde conoscenze, che a mio avviso sono assolutamente determinanti, per iniziare dentro ognuno di noi una svolta fondamentale che ci permetta di volgerci nella direzione giusta.

     

Prima delle azioni, prima delle determinazioni individuali, dovremmo comprendere determinate Leggi universali, ed è proprio in virtù di questa comprensione che è possibile porre le azioni giuste secondo tempo, luogo, e circostanza (A tal proposito rimando alla mia autobiografia con particolare riferimento al capitolo “assetto ordinato”).

     

Il primo punto che vorrei trattare, è quello che in metafisica si definisce; sviluppo di un ciclo di realtà, che sia a partire da quello più grande che riguarda lo sviluppo dell’intera manifestazione, fino a giungere ai più microcosmici gradi di realtà o dell’indefinitivamente piccolo.

     

Ogni ciclo di manifestazione ha le sue Leggi, e tra queste quella che tratteremo ora è quella fondamentale, che sancisce ontologicamente e a fondamento di ogni ciclo di realtà due poli:

un polo superiore da dove prende luogo e si manifesta ogni ciclo di realtà di ogni essere, e quello inferiore dove lo stesso ciclo di realtà giunge alla sua conclusione per poi passare al suo stato non manifesto.

 

 

 

Le tre, o quattro fasi di ogni ciclo di esistenza

 

Fase di manifestazione, fase intermedia, e fase finale

 

 

Dal polo superiore o principio mascolino, ha luogo la prima fase di manifestazione o di produzione, passando per la fase intermedia o fase della cristallizzazione e anche della sovversione, che si conclude infine nella fase finale della dissoluzione o principio femmineo.

    

La fase intermedia di ogni ciclo di esistenza (con particolare riferimento qui “a ogni ciclo di esistenza sociale” in quanto oggetto principale di questa argomentazione), è caratterizzata della sovversione relativa alla fase crepuscolare giungendo poi alla terza e ultima fase che coincide con la dissoluzione.

 

Dalla nascita alla morte, dalla qualità alla quantità, e da l’eterno al tempo, man mano sempre più consolidato e dunque sempre più condizionante.

 

Considerando ora, queste tre fasi sopra descritte relative ad ogni fenomeno di manifestazione, e in questo caso allo sviluppo storico di una qualunque società, vediamo che nella prima fase effettuando il passaggio dalla potenza all’atto, tale società ha luogo nel principio mascolino intuitivo e intellettuale, e in forza di questo la società si sviluppa procedendo verso la seconda e la terza fase, nel principio femmineo passionale e creativo.

 

 

 

Riduzione dell’intensità intellettuale lungo lo sviluppo sociale

 

Con il suo sviluppo storico, e dunque con l’allontanamento dalla fonte principale della luce o principio mascolino per dirigersi verso il polo inferiore, l’essere, che in questo caso è la società tende a cristallizzarsi.

 

L’atto, l’intelletto, principio fondante di ogni società, permane come principio dominante accompagnando quest’ultima lungo il corso del suo sviluppo storico fino alla fase intermedia, che corrisponde all’inizio della sua fase crepuscolare caratterizzata dalla sovversione dei princìpi universali, diminuendo poi in maniera esponenziale la sua intensità in misura direttamente proporzionale allo sviluppo della sostanza sociale.

 

Dal principio mascolino, procedendo con lo sviluppo sociale, quest’ultima una volta oltrepassata la sua fase intermedia deve fare i conti con la difficoltà del mantenimento del puro pensiero, e vediamo il manifestarsi della ragione e quindi il passaggio dal puro Logos alla logica razionale, per poi inoltrarsi nella sua fase dissolutiva nella quale il pensiero si sgancia definitivamente dalla ragione che rimane stavolta sotto il controllo dell’io.

 

Qui ci troviamo nella fase disgregata, atomizzata e dunque dissolutiva della società.

 

 

 

Il duplice senso direzionale

 

Appurato questo, passiamo ora al prossimo argomento che riguarda un altro principio metafisico, che è propriamente il duplice senso direzionale; uno ascendente e uno discendente, e più specificatamente le rispettive forze rispetto a questi due trend.

 

Vediamo allora, che la società nella fase iniziale per il fatto che si trova ad essere ancora vicina al principio superiore, si trova ad essere a questo naturalmente rivolta, e in modo naturale ogni essere si trova a beneficiare di tutte le caratteristiche proprie del polo superiore, ma soprattutto in forza del magnetismo e della luce emanata dal polo superiore, ogni essere senziente e insenziente che sia, da una parte era naturalmente librante e sostenuto dalla caduta (passività), e dall’altra in forza dell’intelligenza per così dire gratuita era naturalmente illuminato.

(Principio di involuzione).

 

In forza della conformità della società alle Leggi universali, la potenza ascetica degli esseri era insita nella società in quella fase iniziale.

 

Il simbolismo era perfetto, e in virtù della resistenza alla caduta per effetto del magnetismo dato dal polo superiore.

 

Tenete a mente questo punto:

La resistenza alla caduta era maggiore, e quindi in maniera naturale vi era una protezione da quelle potenze terrestri sottili anch’esse soggette alla luce spirituale, e pertanto il preternaturale era praticamente inesistente.

 

Lo sviluppo sociale giunto alla seconda fase, che segna come abbiamo già detto poc’anzi l’inizio della fase crepuscolare, avviene la progressiva svolta direzionale della società, o in altri termini la sua sovversione.

 

Dacché la società era naturalmente orientata, rivolta, attratta e illuminata dal polo superiore, avvicinandosi alla sua fase centrale inizia progressivamente la sua svolta di centottanta gradi, fino a trovarsi superata la zona intermedia e inoltrandosi nella sua fase crepuscolare, rivolta, attratta, e oscurata dal polo inferiore e femmineo.

Man mano che diminuisce la resistenza ascetica alla caduta, al contrario aumenta la resistenza discendente alla salita. Dalla potenza ascetica naturale alla potenza discendente naturale.

 

Dalla fase intermedia in poi, a causa dell’affievolimento sempre maggiore della luce intellettuale, aumenta man mano la difficoltà del mantenimento del sacro, la società tende a cedere e a perdere la simbologia sacra.

 

Ebbene, in questa ultima fase la società cade, a causa in primo luogo del suo stesso collasso intellettuale, che origina conseguentemente la non conformità alle Leggi universali, e come effetto finale, la totale sovversione sociale su tutti i piani di realtà, che René Guénon definisce: “l’inoltrarsi della società nelle tenebre dell’intelletto”.

 

 

 

I due trend

 

Dalla seconda fase in poi, possiamo immaginare sull’asse verticale questi due trend contrapposti, e stavolta la società si trova completamente sovvertita e ribaltata rispetto al principio supremo.

 

Ciò che costituisce prima di tutto per importanza questi due trend, sono le forze della tradizione contro quelle della contro tradizione.

 

Le autorità spirituali, che costituiscono nel senso organicista del principio la testa sociale, sono direttamente interessate e responsabili, di mantenere vivo il pensiero puro a di la della ragione e assieme presente in se come principio fondativo, e soprattutto quell’ordine simbolico sociale che corrisponda in maniera rigorosa all’ordine cosmico.

 

Tuttavia, dalla fase intermedia in poi da quando inizia ad affermarsi la sovversione, l’affievolimento della luce intellettiva in seno allo sviluppo sociale, il crollo del pensiero e dunque la degenerazione intellettuale, è la causa fondamentale della degenerazione delle autorità spirituali.

 

Su questi due trend, prendono in primo luogo due schieramenti; quello della Tradizione e quello della contro-tradizione.

 

Vediamo dunque, che gli insegnamenti sacri stessi sono soggetti agli attacchi delle autorità cadute, che manomettendoli, li snaturano e di conseguenza li rendono non conformi alle Leggi universali.

 

A tal proposito consideriamo ora, che ogni insegnamento sacro che sia effettivamente tale rivela tutti questi principi che stiamo delineando in questa sede.

 

Secondo ogni Tradizione regolare ed effettiva, l’insegnamento sacro ogni qualvolta se ne presenti la necessità, dev’essere adattato nella sua forma secondo tempo, luogo e circostanza, purché non venga ad essere modificata in alcun modo nella sua essenza.

 

Tuttavia per le ragioni che abbiamo presentato poc'anzi, le autorità spiritualmente degenerate che costituiscono la testa di ogni società sovvertita, manipolano arbitrariamente i testi sacri senza possedere le qualifiche spirituali necessarie giungendo a intaccare persino la loro essenza.

 

Considerando ora la fase finale della società che è nata nella verità ma che muore nella menzogna, dobbiamo considerare ora il processo storico che è avvenuto in Occidente.

 

Ebbene, se in Occidente è esistito il pensiero puro lo possiamo trovare nei presocratici, e da quel momento in poi sono nate le necessità secondo tempo, luogo e circostanza, affinché il pensiero puro si estendesse nella ragione.

 

Allora, vediamo che la razionalità inizia a prendere luogo quando si manifestano le relative condizioni temporali, e con l’affievolimento dell’intelletto iniziano a manifestarsi i fenomeni quali la separazione dell’io dall’ambiente.

 

Nella prima fase quando l’intelletto ha la sua alta carica di intensità, la separazione tra l’io e l’ambiente è praticamente inconcepibile.

 

In questo decadimento intellettuale dell’Occidente, vediamo che l’intera società viene ad essere interessata: a causa della sovversione simbolica, le forze celesti iniziano a non offrire la loro protezione e di contro le potenze sottili terrestri prendono sempre più luogo.

 

Da questo il sacro viene ad essere sempre più confuso e violato, e dalla violazione del sacro si assiste di conseguenza anche al crollo dei valori etici.

 

In questo riduzionismo integrale:

L’amore viene ad essere ridotto al sentimentalismo:

l’eterno al tempo;

la saggezza al buon senso;

il sapere all’erudizione;

la gioia all’euforia,

ed infine;

la vita all’esistenza!

 

I sapienti dell’era del pensiero puro diventano filosofi, e dunque iniziano a mettere in moto la ragione sotto il comando dell’io, che dimostrano a tutto tondo che sono tutti tentativi di recupero del pensiero puro...

 

Questo punto sarebbe doveroso sottolinearlo:

La filosofia vista dalla prospettiva della filosofia perennis, non dev’essere considerata come una conquista originata dallo sviluppo temporale, ma al contrario una caduta su un piano inferiore di esistenza e un ulteriore aumento della condizione esistenziale.

 

Dunque, la comparsa della filosofia va considerata strumentale al recupero della Tradizione e dunque del pensiero puro.

 

Tratteremo più avanti della visione Tradizionale dello sviluppo storico temporale.

 

Comunque, abbiamo già visto dalla prospettiva della filosofia perennis, che questo decadimento intellettuale, non è stato affatto una conquista ma una rimessa.

 

Sarebbe stato un fatto altamente positivo, che il pensiero puro fosse stato mantenuto lungo il corso di tutto lo sviluppo storico sociale, ma così non è andata.

 

Ebbene, abbiamo visto le tre fasi:

1) Quella del Logos puro (che è il collegamento con l’essere);

2) Quella della Logica razionale; 

e infine,

3) Quella caratterizzata dalla definitiva scomparsa del Logos, (che si traduce con la pura razionalità calcolante e oggettivante, comandata dall’io).

 

Per quanto riguarda l'ambito del pensiero occidentale, a queste tre fasi corrispondono per parallelismo;

1) in primo luogo i sapienti;

2) in secondo luogo i filosofi;

3) in terzo luogo i parrucconi;

e dunque oggi, tra tutti i pensatori, per lo più sono quasi tutti parrucconi!

 

Arrivati a questo punto, tenendo sempre presente i due flussi ontologici o le due correnti, l'una che porta indietro cercando il presente e partendo dal presente, e l'altra che trascina in avanti, prigioniera del passato che cerca il presente non partendo dal presente, consideriamo le varie correnti che si sono sviluppate in ambito religioso: le correnti conservatrici da una parte, e dall’altra le correnti progressiste.

Lo stesso vale per l'area filosofica: da una parte lo schieramento conservatore che procede tendenzialmente verso il recupero del pensiero, e dall’altra quello progressista che procede verso l’eliminazione del pensiero, e quindi la riduzione della verità filosofica al certo della scienza empirica razionale.

 

Lo slittamento dalla Logica razionale alla razionalità nuda e cruda comandata dall’io, è la fotografia esatta della realtà moderna.

 

Jaques Derrida, portava l’esempio del carro armato: "il soggetto dentro il carro armato vive la sua esperienza dal di dentro. Tutte le sue azioni, o in un senso "ovvero quello di uccidere", oppure nell’altro "quello di portare provviste umanitarie", sempre e comunque il soggetto obbiettivando tutto dall’interno non vive l’esperienza".

 

Ecco che entrano in gioco la morale e la tecnica: il soggetto, se da una parte si difende dal suo esterno, dall’altra, quest'ultimo non esce mai dal guscio razionale.

 

 

“Il pensiero, comincerà solamente, quando si capirà che la ragione,

tanto osannata per secoli, è la più acerrima nemica del pensiero”.

Martin Heidegger

 

 

I Greci, tranne sporadiche eccezioni, consideravano il pensiero in modo prevalentemente razionale: lo sfondo che nessun Dio fece, oltre il quale vi era l'irrazionale o la morte.

 

 

Ma in realtà, se procediamo metafisicamente, possiamo considerare che secondo la scienza sacra, il pensiero oltrepassa l’irrazionale.

Nella cultura Vedica ad esempio, questo paradigma non è presente, essendo una cultura meno sclerotica di quella Greca.

 

Ritorniamo ora ai due flussi, alle due tendenze ontologiche che sono presenti sin dall'albore dei tempi in tutti i popoli.

 

Queste due tendenze, l’una ascendente verso il polo superiore, e l’altra discendente verso il polo inferiore, portano rispettivamente, la prima verso la conoscenza sacra e dunque l’infinito, e l’altra verso la conoscenza profana e quindi l’indefinito.

 

Su questo punto, sono scaturite molte confusioni riguardanti le diverse sfere di realtà, prima tra tutte quella tra, la sfera spirituale e quella psicologica.

 

Confusioni, che sono poi alla base di tutte le circostanze avverse alla società, nei confronti delle quali noi tutti siamo interessati: con la diminuzione di probabilità della realizzazione del sé, è aumentata in misura inversamente proporzionale l’identificazione con gli oggetti dei sensi, quindi, l’anima, che una volta si trovava orientata verso il sé, di questi tempi si trova inevitabilmente orientata verso l’io.

 

Il rafforzamento dell’io, s’intende prima di tutto con tutte le sue condizioni psicologiche:

il contrario di star bene con se stessi è star male con se stessi, e dunque star bene con l’io significa star male con sé stessi.

 

Al contrario dell’’universalizzazione dell’io.

 

Quindi, se da una parte, l’io all’interno del processo di universalizzazione procede asceticamente verso il principio supremo, man mano che si unisce ad esso si moltiplica nell’infinito, al contrario se si dirige verso il principio inferiore, che non è altro che il riflesso del principio supremo, man mano che si sottrae dal principio supremo, si divide nell’indefinito.

 

Ad ogni modo, queste due categorie sociali, una conservatrice e l’altra progressista che riguardano tutte le aree sociali, si contendono rispettivamente la Tradizione, a prescindere dalla loro consapevolezza in tal senso. Per i filosofi moderni, considerando il limite connaturato alla filosofia, erano praticamente ignari delle leggi metafisiche. Parlando ovviamente dell’occidente, poiché la filosofia orientale era innanzitutto una filosofia oggettivistica, e funzionale al mantenimento della Tradizione, e pertanto cosciente delle Leggi universali.

 

I filosofi occidentali, hanno posto resistenza al collasso intellettuale.

 

La filosofia di Cartesio, che è stato l’ideatore della filosofia moderna, è da una parte vista bene dalla corrente progressista, ma dall’altra vista male dalla corrente conservatrice.

 

Cartesio, girando le spalle alla verità degli antichi, e quindi all’Ipse Dixit, ha iniziato a tagliare i collegamenti con il sacro, e ha inaugurato la cosiddetta filosofia del soggetto rafforzando l’atteggiamento speculativo e razionale.

 

Inoltre, sempre con Cartesio e la sua svolta filosofica, ha avuto inizio l’individualismo così come lo conosciamo oggi: Larvatus Prodeo (avanzo mascherato).

 

Con il collasso intellettuale causato anche e soprattutto da questo evento, come abbiamo già osservato, i filosofi moderni hanno occupato il loro rispettivo posto nelle due aree, aderendo rispettivamente ai due flussi di conoscenza contrapposti, l’una conservatrice e l’altra progressista.

 

Kant, avanzava imperterrito verso il divenire, mentre dall’altra parte Hegel pretendeva di contrapporvisi in area conservatrice, ma in realtà, entrambi facevano parte della stessa categoria delle forze contro tradizionali.

 

Entrambi non erano capaci di comprendere le Leggi universali.

 

Con l’avvento dell’antropocentrismo, a partire dall’Umanesimo per poi passare dal Rinascimento, entrambe queste svolte epiche hanno sempre più accantonato Dio, la verità rivelata e tutte le categorie della metafisica, consolidandosi appunto sull’uomo al centro del cosmo.

 

Da lì, il dominio e l’avanzamento morale e tecnologico, individualistico e praticistico.

 

Ebbene, oggi vediamo che vi sono determinati scontri ideologici tra fazioni diverse: filosofiche, politiche, economiche, e così via, ma sono tutte basate sull’uomo al centro.

 

Questa è la ragione per la quale non possiamo uscire da questa situazione.

Non si riesce a capire che il tempo dell’antropocentrismo è finito(1).

Per cui, ciò che ha portato alle ultime fasi della società Occidentale e di conseguenza mondiale, è stata proprio questa fondamentale sovversione di princìpi.

 

Il sistema antropocentrico, non ha segnato un successo umano come lo intendono volentieri i progressisti, perché, come abbiamo detto prima questi ultimi seguono il trend distruttivo dirigendosi verso il principio femmineo, verso la potenza e il rafforzamento dell’io, e di contro la perdita del sé, e non seguendo il trend costruttivo e dunque tornando indietro verso la sapienza sacra e quindi verso il recupero intellettuale, ma si dirigono nella parte opposta, seguendo il processo di sradicamento della società dal centro universale, proprio per il fatto che non vengono più gestite le simbologie in maniera corretta, formandosi al contrario tutti diaballi.

L’io fa da padrone in ogni caso.

 

Ecco, che troviamo fazioni apparentemente opposte tra loro, ma che in realtà non si dirigono in direzioni diametralmente opposte sempre seguendo ciò che abbiamo detto sin’ora...

 

Non troviamo allora una corrente veramente conservatrice, salvo nel caso, per ciò che riguarda l’Occidente, una corrente puramente Cristiana che allora prende una posizione determinata e netta.

 

Ma quando vediamo invece, comunisti, e i massoni che si antepongono ai comunisti, l’antagonismo di fatto è solo apparente e non reale...

 

Questo è il punto...

 

Ebbene, sempre con questa storia dell’uomo al centro..

Questo è il principio centrale della presente argomentazione.

 

Allora, due flussi e due correnti: una corrente ascetica che riporta a rimettere a posto le cose, e l’altra invece discendente che procede verso il riduzionismo...

 

Quindi, la prima che si unisce al principio e si moltiplica nell’infinito, e quindi tutto il mondo, ma anche l’intero universo ne beneficerebbe, nell’esprimere tutta la sua misticità, e invece, al contrario, nella direzione intrapresa dal nostro mondo attuale, seguendo appunto il trend progressista, si dirige dalla parte opposta, con la limitazione della mistica, e invece la frammentazione dell’io.

 

L’io viene ad essere frammentato per il fatto che il polo femmineo è il riflesso del principio mascolino, supremo, assoluto, autosufficiente a se stesso, di contro al processo ascetico, per la legge dell’analogia inversa, dalla sottrazione dal principio supremo si ottiene la frammentazione nell’indefinito. Per cui questo fenomeno è la brutta copia della mistica.

 

Per cui, ci stiamo dirigendo in un mondo, dove, tutto è contraffazione.

 

Non so quanto mi sia sufficientemente spiegato, ma questo è il pensiero che volevo argomentare oggi.

 

Sono tempi molto difficili...

 

Fabio Lapini

 

(Materiale coperto da Copyrigth)

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