L'atteggiamento della caccia a Dio e le relative conseguenze
- Articolo risalente al 2005 -
«La scienza positiva, è caratterizzata dall'atteggiamento teoretico-metafisico, così come la meccanica quanti(tanti)stica, che è fondamentalmente il sofisticato tentativo di trasporre l'individuale nell'Universale, o più particolarmente nel senso antropomorfico: "la pretesa di giungere a scoprire il carattere sentimentale e morale in Dio".
Gli scienziati affermano: “Quando proviamo a indagare con la meccanica quantistica nelle profondità della materia, quest'ultima si comporta in maniera bizzarra!” (o siete forse voi che vi approcciate in maniera bizzarra?).
Nelle società antiche, basate sulle scienze Tradizionali, gli esseri umani venivano guidati verso la loro realizzazione Spirituale. Tale Realizzazione totale e definitiva, comprendeva la sapienza delle Leggi sovrannaturali che regolano e sostengono l'intero Cosmo, e di tutte quelle conoscenze di ordine secondario quale appunto la scoperta delle leggi della natura, grossolane e sottili.
Le realizzazioni delle leggi della natura, riguardavano "esclusivamente" la sostanza Universale che nella scienza Vedica assume il nome di “Prakriti” (manifestazione sottile e grossolana). Tali conoscenze, venivano realizzate da ogni individuo arrivato ad un certo grado della scala evolutiva della Gerarchia Spirituale, ma solo successivamente alla realizzazione dell'elemento essenziale o Purusha (principio indifferenziato non manifesto), il corrispettivo e al tempo principio stesso della Prakriti, che permane in quest'ultima in modalità retroattiva e nella più totale inconoscibilità ai metodi ordinari a prescindere dalla loro complessità e profondità, che possono solo affondare con annessi e connessi nella sostanza universale e nulla più.
Così come lo conosciamo oggi invece, l'approccio alla natura materiale in tutti i suoi aspetti, che siano questi più o meno sottili o più o meno definiti, "è propriamente del tipo empirico-razionale su base sentimentale-morale".
La scienza quanti(tànti)stica, affonda nei meandri dell'infinitamente piccolo, e le ultime recenti scoperte hanno potuto far capire che "un atomo mostra solo una parte di esso nella manifestazione", e che oltre la teoria delle stringhe e delle membrane, esso nasconde secondo determinati calcoli, "una massa non visualizzabile almeno ben sei volte più grande di quella manifesta".
Nonostante i fisici si impegnino ad affondare le loro speculazioni nell'infinitamente piccolo, quantità sempre più enormi di energia sono necessarie per sondare più profondamente, e per non arrivare mai a nulla di definito...
A causa dell'inagguantabilità di risposte chiare, e soprattutto a causa di continue risposte spesso insensate, che fanno di una scienza una vera e propria fantascienza, alcuni fisici usano la frase: “la natura non ci aiuta”. Questo perché la Prakriti è sotto gli influssi di Purusha, che è l'essenza Universale, "e solo coloro che passano dalla sostanza all'essenza e quindi realizzano l'integrità Universale, possono conoscere veramente tutti i segreti della natura materiale".
Sia nel Vedanta Sutra che in sé contiene tutto ciò in chiave esoterica, e sia nel resto della scienza sacra Vedica, viene "spiegato" il Cosmo intero e come è costituito, sia nell'indefinitamente grande che nell'indefinitamente piccolo, ma soprattutto quelle Leggi metafisiche che interessano l'essere individuale verso la sua realizzazione integrale. Tanto per elencarle alcune: il non manifesto, la manifestazione sottile, e la manifestazione grossolana; e come si è formato lo spazio-tempo, e lasciando intendere tuttavia, che tali Leggi possono essere realizzate nella loro essenza solo da coscienze evolute, e non certo necessariamente da grandi matematici o fisici. Il concetto spazio-temporale è il principio della condensazione della materia.
Per tentare di accostarsi a questo concetto, sempre rimanendo al'interno della scienza Vedica, occorre partire dal grande ciclo Cosmico chiamato "Manvantara", apparentemente diviso in quattro fasi; dalla più spirituale a quella più materiale che è questa in cui ci troviamo attualmente(1). In queste quattro fasi, con il calare di questo grande ciclo si è formata man mano la condizione spazio-temporale. Poiché il punto zero di questo processo ciclico, chiamato anche l'età dell'oro, rappresenta la simultaneità e l'assenza del tempo e dello spazio, quindi tale periodo è puramente simbolico e non misurabile in nessun modo secondo i criteri empirico-razionali. Il secondo periodo detto “Dvapalayuga” è il periodo successivo al “Satyayuga”, dove le anime sono ancora incondizionate e godono appieno di felicità, libertà, e conoscenza. La terza fase “Tatrayuga” è l'inizio della fase Cosmica femminea e passiva, o in altri termini; l'espansione della manifestazione e dunque l'allontanamento dal centro universale e fonte della luce intellettuale e del'intelligenza, dove comincia a formarsi il tempo e lo spazio(1), ove le anime individuali si trovano ad essere sempre più condizionate a causa dll'irrigidimento e la condensazione dell'energia spirituale, che aumenta con il calare verso la fase crepuscolare e poi finale del Manvantara. Il quarto periodo ove ci troviamo attualmente, è infine il “Kaliyuga”: l'energia Cosmica leggera e trasparente ora è divenuta pesante e oscura, e "tutta la natura materiale è carente di intelligenza".
Anche la cosiddetta "dottrina di vacuità di tutti i fenomeni tanto osannata dai fisici quanti(tànti)stici" (e da qui si potrebbe già intravedere la matrice occultista che sta alla base della fisica moderna e quantistica) viene smontata letteralmente una volta messa di fronte alle Sacre Scritture, quando tutti i fisici diretti dalla parte sbagliata attratti dal riflesso della verità, sono impegnati con le loro complessissime strumentazioni applicate alla ricerca e alla scoperta del mistero della Vita.
Attenzione a questo punto particolare: Nel Vedanta sutra, l'Universo non è diviso in parti ma è costituito in fasi, tra le quali; "la vacuità, il nulla, il vuoto, il non essere", che è la fase passiva, corrispondente propriamente al grembo o sostanza dell'Universo; e il “Tutto”; "il pieno, il senso, l’Essere", è invece Purusha.
Per quanto riguarda il concetto di vuoto sostenuto dalla meccanica quantistica e la relativa associazione con le dottrine orientali, in primis il Buddhismo, si ricorda a tal proposito che lo stesso Buddha Shakyamuni, rifiutò tali dottrine definendole come preparatorie alla pienezza dell’Essere, il Tutto, e non definitive! Soprattutto quando incontrò i suoi primi maestri Alara Kalama e Uddaka Ramaputta».
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