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Il Maestro Nichiren Daishonin: icona progressista della Soka Gakkai

L'istituzione Buddhista Internazionale Soka Gakkai, nei confronti della quale ho un certo debito di gratitudine per avermi offerto l'occasione di evolvere spiritualmente in svariati anni della mia esistenza, rappresenta a mio modo di vedere un insegnamento puramente Tradizionale nell'area Buddhista.

 

Tuttavia, in tutta onestà intellettuale mi sento di porre alcune critiche fondamentali a proposito del suo luogo a procedere operativo, che per quanto mi riguarda risulta essere inequivocabilmente contro lo spirito dell'insegnamento stesso.

 

L'istituzione in causa, rimpasta e distorce il significato essenziale dello stesso insegnamento sul quale si basa e che pretende di custodire e rappresentare nella sua originalità, e dunque in netto contrasto per una quantità considerevole di elementi sentimentali e morali di radice umanistica e antropocentrica mescolati all'insegnamento che nella sua ortodossia sono del tutto inesistenti.

 

Senza contare per giunta, che la oramai oltrepassata fase dell'umanesimo tanto sbandierata dalla Soka Gakkai, ha dato origine all'allarmante fase del transumanesimo nella quale siamo giunti, che è allarmante argomento principale sulle cattedre delle accademie filosofiche segnalato anche nel Libro di Daisaku Ikeda e Aurelio Peccei «Campanello d'allarme per il ventesimo secolo».

 

A tal proposito andrebbe considerata la responsabilità sociale dell'istituzione, che risulta essere in netto conflitto con il proprio insegnamento.

 

Prosegue poi a colpi di morale chiaramente diretta dalle super potenze progressiste, alla diffusione dell'ideologia eugualitarista, uniformizzante e atomizzante, sulla base della ridicola e presunta: «negazione di ogni gerarchia da parte del Buddhismo»cosa anche questa del tutto inesistente nell'insegnamento, ove al contrario «viene ad essere assolutamente riconfermata a più riprese negli scritti del maestro fondatore!". 

Ma la cosa maggiormente preoccupante tra tutte, è che nella loro ignoranza non sanno, che: «la negazione della gerarchia» costituisce a rigore e senza mezzi termini:

«l'offesa più imponente alla Legge suprema!».

 

Su questa linea argomentativa, hanno letto il capitolo XII del Sutra del Loto in chiave ovviamente progressista pretendendo di dimostrare la profonda rivoluzione concessa dal Sutra stesso e poi ribadito da Nichiren Daishonin (a loro dire e fraintendendo completamente la citazione) circa l'uomo e la donna presi ognuno di essi simbolicamente a se stanti che fino a quel momento erano ripartiti gerarchicamente così come in tutte le Tradizioni regolari ed effettive, e ponendoli allo stesso livello all'interno della gerarchia spirituale«di fatto negandola completamente», a proposito della questione «della figlia del Re Drago la quale ottenne l'illuminazione nella forma presente" non considerando le righe successive che invece avrebbero riportato alla normalità metafisica il suddetto verso da loro immediatamente colto e strumentalizzato, così come ho avuto modo di confutare metafisicamente, rovesciando completamente il loro risultato progressista in maniera totale e inoppugnabile nel mio libro autobiografico, dimostrando con tale confutazione, la loro limitatezza di orizzonte intellettuale e dunque la loro mancanza di qualifica necessaria per approcciarsi a certe profondissime questioni e quindi evitare di cadere in forvianti volgarizzazioni e pericolose declinazioni.

 

 

Questo avviene, per il fatto che: coloro che costituiscono il corpo direttivo dell'istituzione, che siano essi in buona o in malafede, coscienti o incoscienti, sapendo di far breccia sui moralisti, da una parte estrapolano forzatamente e promuovono tutti quegli elementi di pronto uso e di facile digeribilità per dare una risposta accettabile di fronte ai paradigmi dell'insegnamento, e dall'altra omettono in tutta ignoranza quei restanti elementi veramente essenziali, che, se approfonditi correttamente nella loro sintesi, equivarrebbero alla pura realizzazione di tali paradigmi. Sicché, dell'insegnamento, che dovrebbe essere a fondamento della realizzazione universale di ogni essere che abbia una relazione integrale con quest'ultimo, non rimane altro che il suo aspetto sentimental-moralista, a dispetto e a danno della loro evoluzione intellettiva. A tal proposito, «lo stadio umano», al contrario dell'idea comune in voga tra i membri della S.G.I. che per il loro naturale intendere sentimentale tale aggettivo è integrale di per sé per ciò che concerne la forma umana e null'altro, e dunque senza badare al grado intellettuale, ne vengono a sancire di volta in volta ahimè di questo stadio la meta finale e lo scopo ultimo dell'esistenza, contrariamente invece sia alla loro dottrina di riferimento, che altresì ad ogni altra dottrina tradizionale, che questo stadio "centrale" non è altro che la posizione più ottimale tra tutti gli altri per dare inizio al viaggio per mezzo dell'illuminazione, verso la liberazione. Ma anche questo rapporto illuminazione/liberazione è stato soggetto dall'istituzione alla sovversione di princìpi universali, e dunque anch'esso completamente distorto, dapprima tolto di mezzo il principio della liberazione (ma presente più che mai nell'insegnamento), e dunque sostituito da quello dell'illuminazione che da mezzo per la liberazione è divenuto fine ultimo. Da questa sovversione attualizzata, ne segue la strana idea della "coatta e infinita reincarnazione" (In fondo alla pagina potete accedere all''articolo). E dunque ecco come dei due principi Buddhisti empiricamente dati dall'insegnamento del maestro fondatore, quali; l'estinzione dei cicli di nascita e morte (illuminazione) e delle ri-manifestazioni (dal samsara, moksa, o jivan/videha mukti), ne è derivata la pseudo-dottrina Gakkaiana della sola possibilità alla ri-nascita, condizione quest'ultima, rivenduta ben rivestita da una certa accezione positiva relativa alla possibilità del fine dell'illuminazione. Ma dall'altra parte della luna, da quella oscurata e non visibile agli occhi e gli altri sensi di coloro che necessitano dell'insegnamento prêt à porter, lo spirito del Sutra del Loto e dunque del maestro fondatore o anche; «Buddha originale» (aggettivo perentorio quest'ultimo tutt'altro che approfondito), è del tutto conservatore, come si osserva a più riprese nei suoi scritti, a proposito della difesa della Legge universale (Dharma), e della sua relativa degenerazione alla quale quest'ultima è soggetta dell'epoca di mappo, a dispetto di ogni pretesa social-progressista.

 

Tra i loro aderenti c'è una considerevole presenza a sostegno della tecnologia 5g, e "giustificando" con «Tutto è Buddha» anche la scienza positiva è Buddha, il 5g è Buddha, ecc, ecc... 

 

Fino a che punto giustificheranno questo processo di oggettivazione del soggetto? 

 

Purtroppo, o per disonestà, o per il loro totale sradicamento («Il loro seme del fiore di Loto è bruciato» per usare le parole del loro maestro) non sanno forse che il loro insegnamento gli è stato consegnato affinché la gente si salvi da questo terribile destino del transumanesmo? 

 

Ma niente... 

 

A causa del dominio morale sulla sacralità dell'insegnamento, e per il fatto che scambiano la sfera spirituale con quella psicologica, trascinando giù la prima al livello della seconda e dunque della loro portata, prendono luogo concetti di chiara matrice progressista e Calvinista quali "la meritocrazia" e "la prova concreta", e seguono gli slogan tipo: «Tutto è Buddha!».

 

Nichiren Daishonin che era un Maestro di una portata spirituale immensa, e che era capace sia della poesia più sottile dolce e soave dal sapore del miele e dal profumo di sandalo, ma anche della più tagliente spada della scienza della metafisica sguainata contro le forze contro-tradizionali del tempo, era tutt'altro che progressista(1), al contrario, la sua funzione così come quella del Buddha Shakyamuni stesso era principalmente quella di «riportare l'essere nel mondo», ma soprattutto: «di consegnare ai posteri la sintesi dell'essere» affinché fosse costantemente re-innestata nel futuro mondo del crollo intellettivo, e dunque «permanessero quegli elementi sacri che proteggessero gli esseri nell'ultima fase crepuscolare di fine ciclo cosmico», contrariamente a loro, che, con il modernismo e lo scientismo fanno di tutto per eliminare anche quel poco di intellettualità residua... Rivoluzione umana?

 

Ci tengo a precisare, nel muovere questa importante critica, che non provo affatto un sentimento negativo nei confronti di questa istituzione nei confronti della quale ne riconosco il suo valore, la sua funzione sociale e tutto il resto, e prendo le distanze da tutte le controparti ideologiche avverse che agiscono nei suoi confronti sulla spinta di potenze di dubbia natura, ma semplicemente, qui come in ogni altro luogo religioso mi sento chiamato in causa laddove la sacralità tradizionale sia a rischio di illegittime e arbitrarie modifiche. La mia critica è centrata sulla sacralità dell'insegnamento, e dunque vorrei far presente che ogni eventuale violazione a tale sacralità e quindi ogni azione contro tradizionale andata a buon fine, «apre le porte a determinate potenze oscure sul mondo umano del tutto incontrollabili»

 

Ebbene, tralasciando che in questo periodo sono diffamato e attaccato subdolamente da alcuni individui affetti dalla sindrome del pastore e del senso d'appartenenza, ma considerando che vi sono delle persone di gran valore quantomeno morale, senza alcun risentimento ma come sempre per amor della Tradizione, semplicemente «intendo richiamare alla loro stessa dottrina, queste persone che stanno violando determinate Leggi universali». Dottrina, quest'ultima, che al contrario conduce nella direzione esattamente opposta a quella progressista da loro intrapresa, alla stregua d'altronde, di tutte le altre correnti spirituali del momento attuale, indistintamente deviate dall'attacco delle forze moderniste della potente corrente nichilista e del processo di oggettivazione del soggetto. Vorrei aggiungere, che nonostante la situazione sia la presente, nulla dovrebbe impedire ai praticanti di cogliere la meravigliosa occasione di sostenere questa struttura con la loro piena attività, beninteso, non prima, onde evitare di sprofondare nelle sabbie mobili della palude della morale, che venga approfondito l'insegnamento e salvata la meravigliosa Tradizione dalle grinfie del mondo. Attualmente la linea guida di pensiero di questa struttura è contro lo spirito del loro maestro fondatore, che al contrario dimostrava appieno e in tutti i modi la sua angustia e la sua compassione per gli sradicati esseri di questa epoca fasulla, macinati con tutte le loro attività dall'avanzamento del tempo che lasciava dietro di sé il presente, ecco che allora mi fermo ancora una volta a ricordare che l'insegnamento del quale anche loro sono depositari, dovrebbe svolgere proprio la funzione contraria a quella di spingere il mondo verso nuove soluzioni e necessità, come ricordava il loro ultimo e attuale presidente nel dialogo con l'illustre Aurelio Peccei nel libro "Campanello d'allarme per il XXI secolo" «L'etica non ha saputo tenere il passo della tecnologia», e nello specifico attraverso il ri-collegamento delle persone al centro universale per mezzo dell'intelletto cosmico, quello di risvegliare la conoscenza ancestrale e portare l'umanità ai livelli più alti senza tutti quegli attrezzi moderni di matrice illuminista!

Ma niente, purtroppo la tendenza a ridurre il loro maestro fondatore in un grande imprenditore è troppo forte, cosi come in altri ambienti piace trasformare Cristo in Che-Guevara.

 

 

i miei rispettosi omaggi

 

Fabio Lapini

 

 

9-04-2020

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