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Nel grembo universale

Analisi Metafisica comparativa riguardo la realizzazione spirituale degli esseri, tra la tradizione del Samkhya e la tradizione Buddhista

La Suprema Legge del Tri-guna, regola, organizza, e gestisce, tutta la sostanza Universale, che nella tradizione Samkhya è denominata "Prakriti". Questa Legge, stabilisce che l'intera manifestazione è ripartita in tre diversi stati di coscienza, ove tutti gli esseri individuali sono riferibili a seconda del loro livello spirituale. Questi livelli, dal più ottenebrato e condizionato al più lluminoso e ibrante, prendono i nomi di

(In ordine discendente);

 

Sattva o Virtù;

Rajas o Passione;

Tamas o Ignoranza.

 

Tutti gli esseri manifesti nessuno escluso, che siano essi senzienti o meno, o che appartengano alla manifestazione grossolana e quindi percepibili ai sensi grossolani, o che appartengano a quella sottile, sono riferibili rispettivamente e tendenzialmente a uno di questi tre livelli.

 

Sebbene la natura di ciascun essere sia corrispondente a uno di questi tre stati di coscienza, non lo sono in modo statico e definitivo, ma possono effettuare il passaggio in senso Superiore e ascendente o inferiore e discendente, a seconda della direzione in cui questi si stanno dirigendo in rapporto all’Axis Mundi, nel senso dell’Attività o della passività.

Questa Suprema Legge, è la Legge di principale riferimento di tutte le altre dottrine Tradizionali, seppur in altre forme e in altre denominazioni, ma perfettamente equivalente nel suo principio simbolico. 

Nel Buddismo della Tradizione di Nichiren Daishonin, o per meglio dire di "Tien Tai" ad esempio, oggetto del nostro studio comparato con la tradizione Samkhya, questi tre livelli Universali vengono ad essere per esigenze psicologiche di tempo, luogo, e circostanza, sviluppati in “nove stati”+ uno, in quella che è stata denominata: la "dottrina dei dieci mondi”, (stati vitali).

 

Con il passaggio dalla potenza all'atto, l'unità essenziale ha originato la prima di tutte le polarizzazioni cosmiche, o la prima di tutte le relazioni; "Purusha" o l'essenziale, e "Prakriti" o la sostanziale. 

Il loro rapporto d'Amore avviene attraverso "Buddhi" o l'intelletto cosmico, o seme di Purusha, attraverso il quale feconda la Prakriti, simboleggiato anche dal raggio di luce, che permette di collegare l’essenziale interno e non manifesto, alla sostanza esterna e manifesta in ogni sua particolarità.

 

Tutti gli esseri che passano dalla potenza all'atto, provengono dal seme di Purusha e si formano nel grembo della Prakriti, e vengono in essa concepiti al loro livello più inferiore, partendo dalla loro fase embrionale. Purusha, che nella sua posizione retroattiva è presente eternamente nella creazione, genera tutte le creature attraverso la Prakriti. Purusha, risiede nel centro di ogni fenomeno in quanto principio essenziale ed eterno, mantenendo la sua identità attraverso Buddhi che pur partecipando alla manifestazione è l'unico elemento universale e sovraindividuale, che sia nel suo principio integrale, o sia in ogni particolarità della manifestazione, grazie al quale - ogni essere può risvegliare in sé l'identità Suprema ed infine realizzarla - , percorrendo la propria ascesi dal suo stato primordiale ed embrionale sino alla fuoriuscita dalle acque profane, che rappresentano il grembo stesso della manifestazione.

Prakriti, è il grembo d'acqua ove ogni essere manifesto compie la propria formazione fino al suo risveglio rappresentato dalla vera nascita. Dalla fase embrionale, che corrisponde alla più totale e oscura condizione di esistenza, tutti gli esseri richiamati da Buddhi, insito nella manifestazione in quanto rappresentazione del centro universale, possono evolvere se recettivi alla sua luce, per compiere il processo ascetico, partendo dal fondo delle acque profane verso gli stati di coscienza sempre più elevati, per giungere infine alla liberazione totale.

 

Attraverso gli influssi luminosi, o il seme di Purusha sulla e nella Prakriti, che dunque riflette sull’intera manifestazione, l'essere ancora embrione che si manifesta nella scura profondità delle acque, compie la sua ascesi rappresentata simbolicamente - dalle sezioni del gambo del loto -, divenendo, man mano che compie la sua risalita a partire dalla profondità delle acque, un uovo di dimensioni sempre maggiori, per poi infine esordire sulla superficie delle acque, emergendo alla piena conoscenza e alla luce eterna di Purusha, dal quale è sempre stato richiamato.

 

A questo punto, l’uovo, che ha raggiunto la sua massima formazione essendo finalmente emerso in superfice, e che ha quindi trasceso tutte le condizioni dell'esistenza, si trova ad affrontare l'ultima fase che precede la liberazione finale, che nel Buddismo viene rappresentata dal “demone del sesto cielo”.

 

Questa ultima rappresentazione viene raffigurata qui in questo modo: a causa del caos (1) provocato dalla fluttuazione delle acque stesse della superfice, l'essere in questione, che non è ancora pienamente esordito all’ultima nascita, poiché, in quanto rappresentato dall’uovo egli conserva ancora in sé tutti i dati dell’individualità, essendo nella fase nella quale "non è né più embrione e non ancora essere trascendente", trovandosi ancora sia all’interno che all’esterno dall'acqua, rimarrà in tale condizione trasportato dalla vorticosa corrente, fino a quando entrando in collisione con un sasso, dalla frantumazione del suo guscio  esordirà l'essere "Hiranyagarbha".

 

Questo principio, oltre la liberazione finale rappresenta con un'applicazione più profonda; "ogni esordio e ogni rinascita su ogni livello di coscienza più elevato". Stessa cosa, quando un essere passa dagli stati vitali più bassi a quelli più alti, così come elencati nella dottrina dei “dieci mondi” del Buddhismo di Tien Tai, (passaggio questo realizzato nell’attimo senza necessariamente essere giunto alla liberazione integrale), può ottenere ciò che viene definito come “l’ottenimento dello stato di Buddha”, che è in definitiva la realizzazione del Purusha o dell’identità Suprema, rappresentato dunque dall'essere nuovo "Hiranyagarbha".

 

L’esordio di Hiranyagarbha avviene ogni qualvolta che sia realizzato il Purusha, attraverso la realizzazione dello stato di Buddha, sia quando si ascende ad una piattaforma d’esistenza più elevata, e sia quando infine non vi sia più alcuna condizione d’esistenza, e quindi il superamento definitivo di ogni dimensione dominata dalla legge del Triguna/nove mondi. 

 

Dobbiamo a questo punto, chiamare in causa la dottrina Buddista di "Ichinen Sanzen" (tremila mondi e tremila regni in ogni singolo istante), che il motivo del mutuo possesso dei dieci mondi, è che Buddhi è assolutamente incondizionato e atemporale, e poiché in quanto originato da Purusha è l'Essenza Universale stessa, e quindi, essendo essenzialmente di natura “non manifesta” ma come abbiamo osservato è presente nella manifestazione, appartiene pertanto alla "manifestazione informale". Dunque, l'ottenimento dello stato di Buddha è immediatamente disponibile per ogni essere, indipendentemente dal suo stato di coscienza. Mentre la Suprema Legge del Triguna o dei dieci mondi riguarda la Prakriti, ove sono ripartiti gli stati di coscienza degli esseri».

 

 

(L'Amore è la più grande di tutte le Scienze)

 

 

Fabio Lapini

 

 

 

(1)“L’essere che ha raggiunto lo stato per lui corrispondente alla «superficie delle Acque» senza ancora elevarsi al di sopra di queste, si trova come sospeso fra due caos, nei quali all’inizio tutto è confusione ed oscurità (tamas), fino al momento in cui si produce l’illuminazione che ne determina l’organizzazione armonica col passaggio dalla potenza all’atto, e per mezzo della quale, come per il Fiat Lux cosmogonico, si stabilisce la gerarchia che dal caos darà origine all’ordine”.

(cit. Gli stati molteplici dell'essere - René Guénon)

 

 

 

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