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Doppia passione e duplice battaglia

«Sono nato e cresciuto in una famiglia di formazione ideologica liberal-comunista, e al contempo superstiziosa e pagana. Devo dire che sono profondamente grato di ciò che ho ricevuto dai miei genitori e da tutti quei parenti stretti che in qualche modo mi sono stati vicini, ma debbo altresì considerare per onestà intellettuale e in virtù della mia evoluzione personale, che mi hanno trasmesso automaticamente le nozioni mondane e niente più.

Con ciò non intendo reclamare la loro pienezza sentimentale nei miei confronti, ma in qualche modo per il loro stato d’essere mi hanno insegnato niente più che la morale e il ragionamento. A causa dell’era cosmica attuale e dell’anarchia intellettuale caratteristica di questa società moderna, chi più e chi meno, essi, in linea con il pensiero generale erano quasi del tutto sprovvisti del pensiero dell’Essere, e quindi non erano in grado di individuare la mia natura e di indirizzarmi sulla base di quest’ultima alla corrispettiva funzione sociale, attraverso la quale avrei potuto evolvere e realizzarmi integralmente. 

In preda al mondo, ai loro egoici sentimenti e in qualche modo alle loro prigioni interiori, essi mi hanno dato il massimo di quello che al tempo mi potevano dare, ma tuttavia non ciò che profondamente necessitavo. 

Nonostante fossi come tutti indottrinato dal sistema e formattato a dovere da tutta una serie di stereotipi e fattori di coesione sociale, dai falsi archetipi basati sulla morale dai bassi sentimenti trasmessi da tutto il mio ambiente

circostante, e dai miei coetanei all'interno di un mondo ostile a tutto ciò che riguarda la conoscenza spirituale dell'Assoluto, era in me presente, benché ne fossi al tempo ignaro, quella invisibile trama sapienziale che tracciò nel mio divenire quel percorso necessario per la ricerca di me stesso. 

Non mi è mai tornato nulla di ciò che concerneva il pensiero di fondo della società attuale, e di tutto ciò che costituiva il sistema di cose del quale facevo parte, non perché non lo valorizzassi come tale, ma solo perché ne percepivo la continuità estesa all'universo, contrariamente agli altri, per i quali questa stessa rappresentazione fenomenica era già di per sé completa.


Si crearono infatti, le condizioni esistenziali molto spesso tribolate ma a ogni modo necessarie, affinché la mia mente si aprisse un varco tra le altre persone, per predisporsi infine recettiva nei confronti dell'intelletto supremo e lasciasse scorrere il pensiero. 

Grazie alla mia naturale spinta ascetica e i miei sentieri spirituali, man mano presi coscienza di quanto in realtà non fossi mai stato all'origine di nessuna scelta della mia esistenza, e di quanto invece fosse stata la mia falsa persona alimentata da aggregati psichici esterni.


Sempre più sospeso nel confine tra il buio e la luce, riuscì tramite alcune profonde esperienze a formare la mia mente in due ambiti separati, due funzioni diverse e un unico scopo».

 

Da "La mansarda e la cavalleria" cap. I - "Doppia passione, duplice battaglia"

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