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I fannulloni pubblici e il capolinea della loro euforia

"I fannuloni pubblici non sono coloro che non hanno voglia di lavorare, ma gli ignobili, i disonesti con se stessi, coloro che hanno sostituito al pensiero la chiacchiera!"

 

 

 

Prima di questo drammatico evento, erano tutti entusiasti i fannulloni pubblici, e ridevano goffamente schernendo un Dio che non si è mai fatto vedere, e anche ogni "uomo pazzo" che esprimesse in Lui la propria fede.

Dopo aver appeso Dio al muro per sempre come oggetto di scherno, assieme a tutta l'epoca, l'epica, e l'etica, allora per i fannulloni pubblici ogni cosa che apportasse soddisfazione alla mente e ai sensi era finalmente permessa.

 

Non erano forse, per lo più gli spavaldi euforici liberal-progressisti, le "anime belle", quelli che sostenevano prima come ora, l'idea blanda che: "ognuno è libero di fare quel che vuole, basta che non faccia male a nessuno"? (Alla faccia di quel Dio improbo che imponeva i suoi comandamenti, utile solamente come oggetto di scherno ogni qualvolta che se ne presentasse l'occasione).

 

Ma ora, gli "Yuppies", gli sbruffoni che si gettavano il sale dietro le loro spalle, e che procedevano boriosi verso il divenire recitando il mantra della crescita sulla strada del relativismo e dell'ottimismo, "hanno mutato l'espressione del loro volto" dinnanzi, a quella tenebrosa e inaspettata realtà angosciosa e nichilista che si sta man mano profilando e concretizzando sempre più di fronte.

 

I fannulloni pubblici, "oramai precipitati dalla piattaforma della disonestà a quella inferiore dello sradicanento dall'essere", i fieri secolaristi, le anime belle dell'etica di cartapesta tenuta in piedi a suon di sentimental-moralismo e ragione, hanno preso coscienza ognuno a sua misura dello stesso progresso antiCristico che hanno sempre alimentato. Progresso, che tuttavia non possono se non continuare ad alimentare con lo stesso conclamato sentimento avverso per Dio e la Sua parola, che equivale alla loro crescente potenza egoica, arrivando perfino a sacrificare i propri figli sull'altare del diavolo.

(Ah già, il diavolo non esiste...).

 

Quel che mi rattrista, è che "quasi nessuno riesce a collegare l'effetto immediato con la cause profonde", il passato con il presente, e dunque: "ciò che era questa società prima di quest'evento con quello che è ora". 

 

Più che altro, il fatto che nonostante la condizione attuale di fondo del pozzo nella quale tutti ci troviamo, non si sente se non lievemente, quella decisa conversione da parte di tutti, che necessiterebbe per ribaltare in poco tempo l'intera questione, ma al contrario, viene mantenuta per così dire "ibernata", l'infezione dell'animo individuale e sociale, che catalizza in se tutte le sciagure che imperversano sempre più sistematicamente sul mondo.

Ma questo purtroppo non è facile, prima che ahimè, con tutta probabilità un certo trattamento purificatorio venga somministrato interamente su un umanità intellettualmente collassata, dato che, già da prima di questa condizione pseudo pandemica, si potevano vedere gli innumerevoli segnali della coscienza collettiva. 

Infatti, molti tra gli uomini "già sin dalle primissime ore del mattino" (proprio all'opposto dei tempi dove il pensiero regnava sovrano nella società e si gustava l'essenza della vita), puntualmente argomentavano biascicando tra caffè e brioche, delle loro insulse argomentazioni di ogni sorta, per poi passare con il maschiometro alla mano, a trattare dettagliatamente delle prestazioni sessuali delle sere precedenti.

Dall'altra, molte donne, di giorno "attivavano gli angeli e questionavano di leggi d'attrazione", e di sera "si facevano consumare volentieri nei vari locali di scambisti!". 

Potrei disgustosamente continuare, e trattare di cose oltremodo ancora più perverse, delle quali statisticamente noi italiani siamo registrati tra i primi posti "top list", come per esempio "il turismo sessuale asiatico (e non) con minori", ma ritengo che sia sufficiente così, quanto basti per far riflettere, qualora taluni credano come il sottoscritto che vi sia un collegamento tra coscienza sociale e condizione sociale, su quali siano le cause profonde, e dunque le relative e profonde soluzioni, oltre qualunque ingenua, e financo disonesta e irresponsabile pretesa.

 

 

 

 

⚡Non c'è correlazione tra l'individualismo e la disgregazione sociale;

 

⚡Non c'è correlazione tra l'apostasia e questo scientismo perverso; tra il culto della dea ragione e la perdita della pura intelligenza!

 

⚡Non c'è correlazione tra il secolarismo, ovvero vivere la vita fine a se stessa senza potenza ascetica, e lo scenario dell'asfissia immanentista che si sta chiaramente profilando;

 

⚡Non c'è correlazione tra la sofferenza delle tantissime bestie degli allevamenti intensivi, il consumo di carne (dissacrata) e la sofferenza che incombe sul mondo;

 

⚡Non c'è correlazione tra vizi privati, cocaina, alcool, ecc, e animo debole, collasso intellettuale, dominio sentimentale e morale;

 

⚡Non c'è correlazione tra le pratiche occultiste esercitate da un numero importante della gente comune e gli eventi funesti di ogni sorta alla quale l'intera società è sottoposta;

 

⚡Non c'è correlazione tra la sessualità spinta e perversa, che riempie e fa da sfondo su ogni cosa della società e l'angosciante sofferenza delle persone dentro il processo di oggettivazione del soggetto;

 

⚡Non c'è correlazione tra l'anarchia intellettuale, le proprie idee, e la più totale atomizzazione e disgregazione sociale.

 

⚡Non c'è correlazione tra la disonestà interiore e lo sradicamento dall'Essere;

 

⚡Non c'è correlazione tra la perdita della Tradizione Spirituale e la degenerazione etica!

 

(Con spirito di carità)

 

 

 

 

Fabio Lapini

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