Vorrei presentare qui, un determinato principio metafisico e ontologico che riguarda la relazione tra "l’esistenza autentica e i suoi effetti", o al contrario "l’esistenza inautentica e i suoi effetti", e nel trattare di questo argomento a mio avviso centrale e determinante per la liberazione di ogni individuo dalle condizioni dell'esistenza, più avanti utilizzerò come strumento dimostrativo di questo principio, uno tra i molteplici schemi sapienziali preso a prestito da una determinata tradizione spirituale, che ben si adatta per individuare questo particolare principio universale.
Ciò che cerco di trasmettere da tempo oramai, è che questi due dicotomici fattori essenziali, e dunque: da una parte l'essere disonesti con sé stessi e quindi determinare le condizioni dell'esistenza, e dall'altra, l'essere onesti con sé stessi e dunque determinare al contrario la liberazione dalle condizioni di esistenza, sono le cause principali di ciò che stiamo vivendo e l'esito di questa condizione sociale, che al di là dell'agire comunemente inteso in quanto effetto del secolarismo, determinano rispettivamente, o in un senso o in quello opposto il nostro divenire, e che dunque ognuno di noi è per questo richiamato a superare le barriere individuali che ostacolano l'interconnessione intellettuale.
A fronte di questo «blocco granitico», viene per ironia della sorte, creata e imposta dal mondo quella terribile interconnesione artificiale (tema discusso guarda caso di questi tempi), che rappresenta: da una parte la parodia di «quella naturale connessione intellettiva nostra e congenita dall’inizio dei tempi, che ci avrebbe ri-collegati nuovamente l'un l'altro, qualora ci fossimo ri-connessi attraverso l'unico ripetitore universale posto al centro dell'universo stesso», per mezzo, ed esclusivamente badate bene, del «necessario ri-assemblamento di un certo ordine socio-cosmico», che è stato al contrario completamente smantellato dalle bieche ideologie moderne contro-tradizionali e pseudo-spiritualiste, e dall'altra; tale realtà sostitutiva a livelli più sottili, indica che noi tutti, chi più e chi meno nelle rispettive diverse misure, «abbiamo negato la coscienza» con atteggiamenti mirati a difendere volta volta le nostre sfere individuali, che, per quanto in molti casi risultino carismatiche e armoniose ai sensi più sottili del sentire umano, non di meno, e anzi, per le verticali Leggi universali vengono assolutamente bollate come negative!
In altri termini: se vogliamo ribaltare questa condizione generale entro la quale siamo tutti sottoposti, dobbiamo scoprire laddove vi siano, «quelle determinate dissimmetrie a noi sconosciute, determinanti nel rapporto tra noi e la totalità universale», generate a loro volta «dalla nostra posizione di negazione della realtà assoluta, e dalle contingenti e molteplici espressioni della piena affermazione individuale al mondo», e dunque dobbiamo necessariamente concentrarci nella pura sapienza spirituale, e operare laddove vi siano quelle determinate tendenze nocive nel senso puramente simbolico del termine, che stabiliscono di per sé «la reale e profonda catalizzazione di sofferenza nelle sue molteplici espressioni».
Come ho accennato all'inizio, utilizzerò uno schema preso da una Tradizione Buddhista tanto per dimostrare il dato metafisico e dunque la fondatezza del principio universale, rilevando quindi il principio della «disonestà e dell'onestà interiore in quanto limite piuttosto «occulto» in rapporto o in relazione al principio primo o realtà assoluta». Rappresentazione, questa, soggetto-oggetto, da cui dipende metafisicamente il livello di condizione dell'esistenza di un essere umano, o in altri termini, la felicità o la sofferenza nei rispettivi stati e gradi.
1) Ri-soku: chi non ha ancora incontrato la Legge (Dharma), ma potenzialmente possiede l'intelligenza universale per realizzarla;
2) Myoji-soku: chi ha individuato la Legge e pertanto ha compreso attraverso le sue parole di possedere la natura eterna;
3) Kangyo-soku: chi percepisce la propria natura eterna e «non esprime più contraddizione tra le parole e le azioni» (Adempimento alla Legge universale - Aristoj, nobile di spirito o colui che è capace del presente. Qui vediamo come il soggetto si trova realmente in simmetria rispetto a sé stesso nell'Axis Mundi e dunque comincia a manifestare le qualità di eternità, libertà, vero io e purezza).
4) Soji-soku: chi ha purificato i sei sensi ed eliminato i due tipi di illusione;
Qui vediamo come al cospetto del sé comincia a manifestarsi gli effetti della conversione: l'ego si ammansisce e la potenza individuale che è causa delle condizioni dell'esistenza viene trasmutata dall'Attività universale nel processo di universalizzazione dell'io).
5) Bunshin-soku: chi ha eliminato tutte le illusioni tranne l'oscurità innata e gradualmente sviluppa la natura illuminata;
(Qui hanno inizio i segni manifesti del processo di conversione del soggetto: universalizzazione e bonificazione dell'ambiente circostante ad esso).
6) Kukyo-soku: chi manifesta lo stato di Eternità, libertà, vero io e purezza.
Come vediamo dallo schema, esistono vari livelli di relazione tra l’individuo e la coscienza universale, e nel processo ascetico e nella relativa acquisizione di nuovi e superiori livelli, man mano avviene anche la purificazione della struttura psichica del soggetto, e la relativa liberazione dalle condizioni della natura materiale.
Affinché questo avvenga, occorre tutta la concentrazione sulla relazione tra noi con la "nostra" coscienza Universale. Quindi, se prendiamo per certo che ciò che sta accadendo fuori di noi, e dunque la cosa più terribile che possa essere mai stata realizzata dall’essere umano, ovvero «il totale sradicamento degli esseri di questo pianeta dal centro spirituale universale per mezzo di quelle tecnologie oramai note a tutti», ne deriva che: ciò è possibile per il fatto che, sia a livello individuale che sociale, «tale rapporto con la coscienza Divina è venuto ad essere degenerato e quand’anche sabotato».
La presente idea, che è in linea con la Scienza metafisica universale, è che: «l’Eterno è stato sostituito con il tempo e la vita con l’esistenza», e come effetto, stiamo assistendo al compimento di quello che altro non è che «la manifestazione dello scollegamento dell’uomo dal centro universale già in atto da molto tempo passato», e che sia la filosofia occidentale e orientale, che la Teologia, che soprattutto la Metafisica universale in tutte le salse avevano già ravvisato abbondantemente.
Tutte le tradizioni sacre insegnano che, se esiste qualcosa che possa essere fatto concretamente per rovesciare questo stato di cose, non è nell’azione che «oramai è sprofondata nell’agitazione», ma altresì«nel ripristino del rapporto tra il soggetto e la coscienza universale», e qui ritorniamo allo schema sopra, dove possiamo osservare come la soglia oltre la quale: «non esprime più contraddizione tra le parole e le azioni, dev’essere considerata la piattaforma di esistenza sociale sotto la quale non vi è più l’umanità».
Per questo, che stando sempre a ciò che abbiamo detto sopra circa il superamento di determinate soglie dell’essere come causa di interazione universale e includendo l’intervento di potenze di origine Divina, ecco la necessità della massima attenzione alla coscienza spirituale, attraverso la quale solamente è possibile la purificazione della nostra struttura psichica, operazione quest’ultima che dev’essere messa per ordine d’importanza alla base di ogni agire, soprattutto di questo tempo.
Applicandolo questo principio alla media del livello di coscienza sociale, risulta chiaro che la stragrande maggioranza delle persone sono associate al mondo nel senso più intimo del termine, e dunque per converso, si trovano nella posizione della pura dissociazione con la loro coscienza (universale). Benché siano chiamati alle loro responsabilità più profonde, e grazie alle quali il relativo adempimento nei confronti di quest'ultime, innescherebbe il processo della loro stessa universalizzazione necessario allo stravolgimento della situazione sempre più precipitante, permettendogli inoltre di illuminare quelle zone fino a quel momento a loro inaccessibili e sconosciute (e per questo ancor più negative), al contrario, negando questo richiamo e dunque riaffermando la stessa individualità, e per lo più potenziandola ulteriormente, ecco che non viene superato quel livello nel quale il tradimento nei confronti di se stessi (e degli altri) è la regola!
Il sistema si nutre ed esiste in forza di questa mancata presa di coscienza individuale e collettiva, nonché posizione tiepida e passiva tenuta in essere dagli stessi individui e dall'intera comunità che non colgono l'occasione per potenziarsi asceticamente e dunque superare i loro limiti individuali, e quindi non è possibile in nessun modo uscire dalla palude di questa condizione, ma al contrario si potrebbero manifestare determinati scenari inimmaginabili in tutti i sensi!
In conclusione: se si tradisce noi stessi (la Legge Universale) e quindi si agisce in maniera disonesta, ovvero agendo sotto il dettame del falso ego, tutte le nostre azioni volte alla pace nel mondo equivalgono a: «cercare di prendere un pesce dentro la boccia e caderci interamente dentro».
Questa realtà negativa che determinerà il totale sradicamento delle persone dal centro universale, avanza nutrita dal «massacro simbolico(1)» in essere da oramai molto tempo, e allora si richiederebbe da parte di tutti (in special modo da parte delle "anime belle"), di porre in essere la più fondamentale tra tutte le resistenze, o l'impegno di «giudicare secondo giustizia», e di «riconoscere la verità laddove effettivamente è», a prescindere dal «dove vorremmo che fosse», e di prendere seriamente in considerazione tutto ciò, virando immediatamente qualora non fosse troppo tardi, in senso diametralmente opposto, e cioè alla ricerca del pensiero puro, che passa solamente attraverso la Scienza Sacra consegnata al mondo dall'albore dei tempi!
Considerando giustamente, che solo poche persone sanno quel che sia effettivamente «il simbolismo puro(2)», e che puntualmente è disfatto dalle molteplici correnti ideologiche del mondo attuale, e che dunque ha scatenato questo mostruoso fenomeno, allora lasciandovi il dovuto beneficio dell'inventario, riaffermo con assoluta certezza, che: «tutto ciò che rappresentiamo nei confronti della realtà assoluta determina lo stato delle cose, e che solo per il fatto che state riflettendo su quanto vi sto dicendo ora, costituisce di per sé una potente causa, o in un senso o nell'altro!».
Con questo vi saluto, sperando che vi rendiate conto di ciò che è veramente urgente e prioritario ora, al di la di tutte le formalità, ovvero: il rapporto con la coscienza > disciplina spirituale > pensiero puro > esistenza autentica!
Fabio Lapini
(1) "massacro simbolico" articolo qui sotto
(2) "Simbologia ed effetti sociali" scritto e audio/video qui sotto
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